E’ andata anche questa. Dopo l’attesa iniziata con la proposta di matrimonio davanti alla platea dell’Arena di Verona degna della migliore puntata di Beautiful e i mesi trascorsi a immaginare abiti, allestimenti e fuochi d’artificio, Chiara e Federico si sono detti sì. In un caldo pomeriggio di inizio settembre due giovani sono convolati a nozze, come tante altre coppie che hanno scelto la medesima data. A distinguere però questi sposini da tutti gli altri sono stati i milioni di followers al seguito. Ebbene sì perché in fin dei conti a fare la differenza è proprio questo, ovvero il seguito sui social (circa 21 milioni di “fan” per intenderci), e di conseguenza il potere economico e mediatico di questi due ventenni che dalla provincia di Cremona una e dall’hinterland milanese l’altro hanno conquistato la scala sociale come veri e propri self made man.

Quello che negli anni ’80 era il sogno americano è oggi diventato il sogno dei social, degli influencer; diverso per logiche, dinamiche e fondamenta, ma pur sempre di sogno stiamo parlando. E la differenza tra i Ferragnez e tutti gli altri giovani che si sono detti sì il primo di settembre o in qualsiasi giorno dell’anno è solo questo perché per il resto emozioni, gioie, timori, vezzi, vizi e quant’altro sono i medesimi. Chi ha criticato il real wedding più social di sempre, contestando l’aereo riservato, i peluche personalizzati, il luna park e il putto di ghiaccio hanno contestato il mondo di oggi e non solo la fashion blogger più famosa e il rapper di successo.

Del resto non è forse vero che c’è chi prenota interi pullman per il transfer dei propri invitati, chi personalizza qualsiasi accessorio delle nozze con iniziali o caricature degli sposi, chi fa del ricevimento una vera e propria festa con animazione di ogni genere, fuochi d’artificio, carretti per lo zucchero filato, palloncini e quant’altro? Loro lo hanno solo fatto più in grande, secondo le disponibilità che il portafoglio Ferragni-Fedez poteva permettersi.

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E sì nella logica della loro vita, del loro lavoro, lo hanno fatto rendendo il tutto una grande operazione di marketing. Ma cos’altro avrebbero dovuto fare? Cos’altro ci saremmo dovuti aspettare? Del resto abbiamo vissuto in diretta l’intera gravidanza di Chiara, la nascita del piccolo Leone, la storia d’amore tra lei e Fedez e la loro vita dorata tra jet privati, hotel di lusso e attici sul tetto di Milano. Discutibile? Sì, ma tuttavia frutto dei tempi moderni che stiamo vivendo in cui anche tra le persone comuni non c’è evento che non venga condiviso in diretta sui social, ancora prima che gustato e vissuto sulla propria pelle. Quindi perché tutto ciò non dovrebbe riguardare il matrimonio, il giorno più bello, più atteso, più condiviso con le persone che si amano e non solo?

Quasi cinquant’anni fa un paese del Salento si fermava per festeggiare il matrimonio del suo idolo e della sua bellissima sposa venuta da lontano: era il 1970 e Albano Carrisi e Romina Power si dicevano di sì tra il calore del pubblico accorso per festeggiarli e la Rai intenta a riprendere il grande evento. Sono cambiati gli attori, i modi, ma la sostanza ben poco. Gli italiani hanno bisogno dei loro miti, dei loro sogni ad occhi aperti. All’epoca era la Rai oggi è Instagram.

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Figlio dell’Italia tutto questo, ma anche quella consueta abitudine a criticare senza mezzi termini ciò che è italiano, ciò che ha successo e soprattutto ciò che è felice. Sì perché ammettiamolo siamo il Paese emblema del detto “l’erba del vicino è sempre più verde”. Guardiamo con ammirazione oltre confine, che si tratti di un film, di un abito, di una canzone o di un personaggio pubblico e sputiamo nel piatto dove mangiamo ogni giorno, criticando, ammazzandoci d’invidia per tutto ciò che è nostro.

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Così se Kim Kardashian e Kanye West si sposano tra cascate di fiori e budget da capogiro o Beyonce e Jay z spendono milioni per la cameretta dei sogni della propria bambina niente da dire, anzi, ma se lo fanno i nostrani Fedez e Ferragni no, non glielo perdoniamo. Ignoriamo persino il fatto che i due, potendo disporre di budget milionari, avrebbero potuto scegliere qualsiasi destinazione per il proprio sì e invece hanno scelto l’Italia e la Sicilia. Facciamo finta di non capire che quei tre giorni a Noto hanno generato un indotto alla regione e al paese di milioni di euro. E sembriamo persino ciechi di fronte al grande successo di due talenti italiani come Alessandra Grillo e Vincenzo Dascanio, wedding planner la prima e flower designer il secondo, che tutto il mondo ci guarda con ammirazione. Ma noi cerchiamo solo il veleno in tutta questa storia, imitando quella volpe che guarda all’uva delle favole di Esopo. Perché ammettiamolo: chi non avrebbe voluto tre abiti Dior creati apposta per noi, un peluche Trudi che ci assomiglia, un luna park tutto per noi dove tornare bambini e un sogno da vivere con chi ci ha visti crescere e realizzarci, ottenendo un successo che mai avremmo immaginato?

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Ed ecco che uno stuolo di giornalisti, giornalai, opinionisti, gente dalla tastiera facile a cui i social hanno dato voce sfogano le proprie frustrazioni e le proprie paranoie contro i due sposini, che di certo non si aspettavano nulla di diverso. Ecco allora che scende in campo l’immancabile Selvaggia Lucarelli, che come sempre dai suoi fiumi di parole nell’era della sintesi attacca Fedez, additandolo come sposo fantoccio e tanto altro.

“Chiara Ferragni – ha scritto l’opinionista – si è sposata con i suoi followers. Tanto è vero che al suo matrimonio c’erano praticamente solo loro. Una manciata di amici e nessun personaggio famoso, a dimostrazione che la vita di Chiara e Fedez, tolto il virtuale, è alquanto povera”.  Non c’è che dire: come sa fare gli auguri ai neosposi l’opinionista firma del Fatto Quotidiano non sa farli nessun’altro.

E che dire invece dell’accattivante Milanese Imbruttito che tanto ci piace ma che non resiste alla tentazione di ribattezzare il matrimonio in stile Coachella, il matrimonio in stile Baggiochella? Il luogo comune è servito, la zona a sud ovest di Milano ringrazia e la disinformazione ancora una volta ha fatto centro.

Ai commenti poi c’è stato chi li ha definiti “trash” come il mai sopra le righe Giovanni Ciacci o chi ha criticato il menù del ricevimento perché troppo esiguo e semplice. Probabilmente ci si aspettava il sequel della Grande Abbuffata.

Parole, parole, parole, e quell’erba del vicino che sembra sempre più verde, mentre la nostra marcisce con le nostre critiche.

“Sono convinto che il lieto fine giustifichi i mezzi” diceva Cary Grant nel celebre film e lo è stato anche per Chiara e Federico. Nonostante le critiche, nonostante i vip assenti e nonostante tutto si sono detti sì. Auguri!

 

 

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