Pochi, pochissimi giorni al Thanksgiving, la Festa del Ringraziamento, che in America è celebrata secondo la tradizione con parate, cene a tema e piatti tipici. E’ una delle festività più attese infatti nella Grande Mela e non solo e allora per saperne di più ho scelto di intervistare una giovane italiana che da diversi anni vive a New York, Camilla Mendini. Perché lei? Perché è seguitissima sui social grazie ai suoi post e video firmati Carotilla, perché è giovane e simpatica, ma soprattutto perché è competente, critica, controcorrente e perché da mesi la seguo con grande curiosità.

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Camilla è infatti una illustratrice, grafica, moglie, mamma, ma anche una seguitissima influencer che fa dei suoi canali social un vero e proprio diario di vita, ma anche uno strumento per raccontare contenuti intelligenti, fuori dal coro, come le sue ricerche sulla moda sostenibile e la sua “battaglia” alla fast fashion. Di questo lato di Camilla vi racconterò in un’intervista ad hoc a breve, dando spazio a un tema importantissimo e di cui troppo poco spesso si parla. Per ora vi invito solamente a guardare questo suo video su Youtube, che mi ha permesso di conoscerla per poi decidere di seguirla fino ad oggi.

Torniamo ora al Thanksgiving. Qualche giorno fa Camilla ha pubblicato il video della sua ricetta della Pumpkin Pie, la torta di zucca, il tipico dolce americano per la Festa del Ringraziamento. Da qui l’idea di intervistarla su una festa che da italiana a New York ha imparato a conoscere con le sue usanze e le sue tradizioni.

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Novembre tempo di Thanksgiving. Come ci si prepara a New York per festeggiarlo?

Possiamo dire tranquillamente che Thanksgiving è la celebrazione preferita degli americani. New York diventa una città  semi-deserta: tutti gli americani sono in casa a festeggiare con i propri cari e questo molto spesso vuol dire prendere macchina o aereo per tornare a casa dai famigliari. Diversamente da Halloween e dal Natale, il Giorno del Ringraziamento è privo di decori che addobbano case e città  a festa, perché è un giorno da passare insieme alla propria famiglia per festeggiare ciò di cui si è grati: la famiglia, il cibo e la casa.

Cosa non deve assolutamente mancare sulla tavola della festa?

Il tipico menù del Thanksgiving prevede il tacchino (più è grande, meglio è!) ripieno di castagne,  mashed potatoes (una sorta di purè con l’aggiunta di formaggio cremoso), salsa di cranberries, salsa gravy, corn bread e per concludere pumpkin pie oppure pecan pie.

Il menù rimane quasi invariato ogni anno proprio perchè la tradizione narra che gli ingredienti come patate, tacchino, zucca, etc. fossero stati consumati durante il primo Thanksgiving della storia, nel 1621, per ringraziare Dio per l’abbondanza ricevuta con il primo raccolto dopo un lungo e straziante inverno.

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Cosa hai in programma per quel giorno?

Gli anni scorsi abbiamo partecipato a pranzi di amici americani che ci invitavano a passare questo giorno a casa loro, dispiaciuti che in questa festività importante noi non avessimo una famiglia con cui celebrare. Quest’anno probabilmente ci rimboccheremo noi le maniche e proveremo a preparare i piatti della tradizione americana, e saremo noi ad invitare amici che, come noi, non hanno altri programmi in mente.

La tua ricetta della torta di zucca fa venire l’acquolina. E’ semplice da preparare? Con cosa consigli di proporla?

La ricetta che ho proposto è più complessa di quella originale, ma solamente perchè ho voluto preparare da me la pasta brisè che fa da base alla torta e cuocere la zucca in forno per ottenere la purea. Rimane comunque una ricetta semplice, anche se  solitamente la torta di zucca viene preparata in pochi e semplici mosse: si srotola la pie crust confezionata, si versa la purea di zucca in lattina, si aggiunge qualche spezia, latte condensato e uova e via, la torta è pronta.

L’accostamento classico è con la panna montata, ma anche in questo caso ho variare leggermente dalla tradizione accostando la salsa di cranberries, perchè mi piaceva il contrasto tra il dolce della torta e l’acido della salsa.

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Sui tuoi social parli e proponi spesso moda sostenibile. Come ti vestirai quel giorno? Consigliaci qualcosa.

Il bello di avere un armadio sostenibile e pensato con cura è che non c’è l’ansia di non sapersi mai come vestire, anche (e soprattutto) se si èpieni di vestiti. Nel mio armadio ci sono pochi capi essenziali, che ho già  avuto modo di abbinare in molte maniere diverse e quindi posso prendermi la libertà  di lasciarmi ispirare sul momento per decidere cosa indossare quel giorno. Sicuramente vedrete l’outfit che indosserò sul mio profilo Instagram @carotillagoessustainable, dove ogni giorno mostro il mio outfit, composto ogni volta da almeno un capo di moda sostenibile.

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