Moda e cibo per molto tempo sono stati due mondi diversi, quasi opposti. Uno guardava l’altro con sospetto e viceversa. Negli ultimi anni invece questi due universi sempre più amati da un pubblico attento, critico ed esigente si sono via via avvicinati, traendo ispirazione l’uno dall’altro, creando nuovi modi di immaginare la moda ma anche la cucina gourmet. Gli chef sempre più sarti del gusto e gli stilisti al contrario alchimisti di contrasti tra colori, sapori ed emozioni.

Uno dei più begli esempi di questa unione tra haute couture e cucina gourmet è senz’altro rappresentato dal ristorante dell’Armani Hotel in Via Manzoni a Milano, dove al settimo piano del palazzo di Re Giorgio si tocca il cielo con un dito. E non è solo la vista panoramica che regala a chi ha il piacere di cenare qui un’esperienza unica. Seduti ad uno dei tavoli del ristorante sarete immediatamente pervasi da un senso di appagamento che la vista prima e il gusto poi vi regaleranno. C’è tutta Milano attorno al tavolo: dalla Madonnina al Pirellone, dal Bosco Verticale a City Life: la vecchia e la nuova città si incontrano e dialogano in uno scenario che lascia a bocca aperta. Per apprezzarne al meglio le suggestive emozioni vi consiglio di prenotare presto, quando ancora potete godere della meraviglia di un tramonto metropolitano da mozzare il fiato.

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Gli occhi appagati da così tanta bellezza saranno poi accompagnati all’esperienza culinaria dalla sofisticata raffinatezza dell’arredo di questo ristorante che è ovviamente un tutt’uno con la filosofia della moda per Giorgio Armani. Rigore, essenzialità, eleganza sono da sempre i fedeli compagni di uno dei più grandi stilisti di ogni tempo, che ci ha insegnato come vestire sì, ma soprattutto come essere.

E non c’è frase migliore di quella che tempo fa proprio lui, Giorgio Armani, disse: “L’eleganza non è farsi notare, ma farsi ricordare“. Vale per la moda, per lo stile, ma vale anche per il ristorante dell’Armani Hotel. Sì perché una cena qui è un’esperienza dei sensi, scuote l’animo per le emozioni provate dal palato, e trova un posto nella memoria che certo il cuore conserverà per lungo tempo.

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Perfetto interprete dello stile Armani in cucina è il talentuoso Francesco Mascheroni, giovane chef stellato che ha nel suo destino più di una stella.

Lo sguardo umile di chi non si monta la testa, ma al tempo stesso fiero perché sa dove puntare lo sguardo; il piglio deciso del comandante che fa da guida alla sua brigata dosando con saggezza consigli e ordini, dettando i tempi serrati di una cucina che lavora instancabile per tutto il giorno.

Per capire lo chef Mascheroni dell’Armani Hotel basta guardarlo mentre parla al personale di sala, mentre saluta con garbo i suoi ospiti, mentre cucina al fianco dei suoi ragazzi.

Ha un suo stile preciso a parer mio: la semplicità dell’eleganza ed è per questo che Giorgio Armani deve averlo scelto. E’ uno chef che osa e lo fa però stando attento a non indulgere nell’eccesso, è un cuoco raffinato che nel piatto ricrea la magia della moda Armani, quella delle rigorose giacche, della femminilità composta e seducente, dell’allure di chi non urla ciò che ha da dire, ma non si tira indietro nel farlo, pur con un filo di voce.

E’ con l’entrée con la quale inizia la cena che si capisce il tenore della cucina e della creatività in campo. Mascheroni ha infatti creato un vero e proprio omaggio alla moda Armani nel mondo, regalando all’ospite un viaggio nel piatto tra i quattro ristoranti Armani: da Milano a New York, da Dubai a Tokyo.

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E’ come prendere un aereo e toccare in qualche minuto le quattro capitali della moda:

La cena è un susseguirsi di sapori unici, di giochi di contrasti, ma a sorprendere più di tutto sono due piatti.

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La bravura di Mascheroni è infatti nel piatto di grano arso con cavoli affumicati e ostriche che trova la sua sublimazione. E’ un azzardo, un guizzo che solo a uno chef di talento può venire alla mente e che al primo assaggio stupisce, cercando subito dopo il secondo. L’ostrica utilizzata è un’ostrica Igp Amélie, una vera e propria eccellenza proveniente dalla Marennes-Oléron e che dopo Spagna e Francia sta negli ultimi mesi conquistando l’Italia, scelta dai più importanti chef gourmet che l’hanno inserita tra le loro proposte. E’ con il sapore deciso del cavolo, la consistenza ruvida del grano arso e la sapidità dell’ostrica che questo piatto crea un’esplosione di sapori inediti.

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Buonissimi anche il San Pietro con burro bianco al wasabi e daikon e nel petto di piccione al tamarindo con zucca e arancia.

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Una nota ancora va fatta al servizio impeccabile, cordiale e soprattutto competente, al cui comando c’è il Restaurant Manager, Dennis Cereda, la cui preparazione è la ciliegina sulla torta dell’esperienza Armani Hotel.

La carta dei vini è ricca e se seguirete i consigli di quest’ultimo potrete stupirvi anche per essi.

Nel Quadrilatero della Moda è ormai in atto una battaglia a colpi di stelle e se ne vedranno delle belle.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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