Il mondo dorato di Hollywood pare sgretolarsi di fronte allo scandalo Weinstein che da giorni è sulla bocca del mondo intero. Non c’è persona che non abbia qualcosa da dire, direttamente interessato o del tutto estraneo ai fatti: l’importante è avere un’opinione in merito. Cade come i castelli delle carte da gioco l’illusoria immagine patinata e onirica del mondo degli Oscar, dei film che tutti noi amiamo, degli attori che da sempre guardiamo sul grande schermo. Sì perchè attorno a Weinstein hanno roteato tutti i nomi che più apprezziamo: da Meryl Streep ad Angelina Jolie, da Colin Firth a Gwineth Paltrow. Chissà  cosa si credeva la gente comune. Davvero pensavano che lì la corruzione, il ricatto, la violenza fossero bandite a colpi di meritocrazia e buone maniere? Se nel più squallido e sgangherato scantinato di provincia abbiamo visto attraverso le telecamere delle Iene il produttore o il regista da quattro soldi che promette mari e monti a ragazze allo sbaraglio, confuse e speranzose di vedersi un giorno protagoniste di una pellicola di serie b, davvero pensavamo che là  dove la posta in gioco è più alta, dove si parla di milioni di dollari a film, dove anche l’ultimo degli aspiranti attori sogna di arrivare, non succedesse lo stesso?
Metterò le mani avanti dicendo (non dovrebbe nemmeno essercene bisogno) che ovviamente sono contraria ad ogni forma di violenza, che provo orrore e disgusto per ciò che l’uomo può fare, calpestando un altro essere umano, per il semplice desiderio di soddisfare un suo appetito represso, un suo capriccio, che rovinerà  a vita la vittima, facendola sentire la più inutile e sporca delle anime sulla faccia della Terra.
Tuttavia parlando del caso Weinstein non siamo di fronte a questo, siamo davanti a ben altro e non dobbiamo essere fuorviati dai titoloni dei giornali o da chi vuole cavalcare quest’onda che certo a qualcuno sta portando qualche altro minuto di celebrità , ormai persa da tempo.
Le donne che si sono trovate a fare i conti con le voglie sessuali di Harvey Weinstein, con le sue manie e i suoi capricci di natura carnale, erano donne adulte (a 21 anni si è adulti sì), che sapevano il ruolo che ricopriva quell’uomo, cosa rappresentava per Hollywood e cosa avrebbe potuto rappresentare per loro. Quello che bisogna chiedersi in tutta questa faccenda è invece: cosa si è disposti a fare per avere successo? E’ questo il nocciolo della questione. E anche se le femministe si scandalizzeranno nel leggere questo post, ritengo che sia proprio quanto in alto si vuole mettere l’asticella per avere una parte in un film, per diventare una star, per ottenere la popolarità , a rappresentare il tema centrale dello scandalo.
Sapevano tutti cosa voleva Harvey, se ne parlava, addirittura se ne scherzava all’interno delle sit com americane, quindi alla ragazza che sognava di diventare la nuova stella del cinema era chiaro il dazio che le era richiesto. Una volta saputa questa tassa d’ingresso stava all’attrice di turno decidere consapevolmente cosa fare: accettare il ricatto, soddisfando l’appetito sessuale di Weinstein, a fronte però di una parte nel nuovo film dell’anno, oppure andarsene dalla camera d’albergo, alleggerita da un peso che senz’altro si sarebbe fatto sentire per tutta la vita, ma sicuramente con in tasca i propri sogni, condannati a rimanere tali e a non vedere mai la luce.

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Non condivido i modi, il linguaggio ma Vittorio Feltri parlando del caso Asia Argento ha detto: “Alcune si sono rifiutate. Invece di fare la parte di un filmino, andavano a fare le commesse o le cassiere in un supermercato. Nessuno ti obbliga a diventare una grande attrice”. Ed è vero!

Ognuno di noi sa, guardandosi allo specchio, fin dove arriva la propria ambizione, quale prezzo si è disposti a pagare per raggiungere il proprio sogno. Io lo so e sono orgogliosa di dire che ciò che ho raggiunto, ciò che ogni giorno mi conquisto a fatica nel mio lavoro, è frutto del mio lavoro, delle mie capacità , delle mie conoscenze. Non mi è mai capitato professionalmente di ricevere proposte per ottenere qualcosa in cambio, pur avendo a che fare con un mondo come quello della televisione e dell’editoria. Certo la mia ambizione è tanta, ma se mi trovassi in quella camera d’albergo e mi si dicesse che a fronte di un rapporto sessuale potrei avere un programma tutto mio in tv o altro, saprei cosa fare. Non mi scandalizzerebbe nemmeno la proposta perchè so che succede, so che ci sono uomini di potere che usano quel potere per avere in cambio sesso e piacere, ma so anche e forse sarò impopolare nel dirlo che per una che se ne va ce ne sono almeno tre che restano. A loro voglio dire che non le condanno, certo le biasimo perchè guardarsi allo specchio non sarà  più la stessa cosa, perchè quel successo è costruito sulla sabbia e ben presto verrà  strappato via di mano per darlo ad un’altra più giovane e più disponibile. Quello che mi fa male e che mi fa arrabbiare è che ci siano donne che accettano quel compromesso e che per colpa loro tanti, troppi, posti sono occupati da persone che non se lo meritano, che non hanno le capacità  per fare quel mestiere.
Ho letto con piacere le parole di Maria Grazia Cucinotta: “Le donne devono imparare a dire no. Io ho detto tanti no, non sono mai stata obbligata a fare cose che non volevo e non sono mai morta Avevo solo 19 anni quando un famoso fotografo voleva spogliarmi e ritrarmi a tutti i costi nuda, mi rifiutai e lui, con tono dispregiativo, sentenziò: ‘Tu puoi solo servire ai tavoli’. Beh, mi spiace per lui, ma non ho mai dovuto fare la cameriera”.

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Asia Argento decise di dire sì e me ne dispiaccio perchè sicuramente si è portata dietro quest’ombra del suo passato, ma se avesse avuto il coraggio di dire no, di andarsene e di parlare subito, dopo di lei ci sarebbero state molte meno donne. E’ la regola della domanda e dell’offerta: se nessuna si fosse concessa Weinstein se ne sarebbe fatto una ragione. E invece hanno acconsentito, hanno accettato quel compromesso, hanno sporcato un po’ della loro anima in cambio del successo, hanno avuto la parte e lo hanno pure ringraziato alla consegna degli Oscar.
La mia stima allora va a quelle che la notte degli Oscar se la sono vista a casa in poltrona, arrabbiate per non essere al loro posto, deluse per un sogno infranto, ma con la dignità  ancora d’un pezzo.

Infine alle donne che stanno cavalcando l’onda di Asia Argento rilasciando dichiarazioni pur di essere intervistate va tutto il mio disprezzo perchè, arrogandosi il diritto di parlare in difesa delle donne, ne cannibalizzano ancora di più una che certo della sua vita non ha molto di cui sorridere.
Alle donne infine che hanno lanciato l’hashtag #quellavoltache consiglio di pensarci almeno dieci minuti prima di digitare sulla tastiera qualche riga insultando l’universo maschile tanto per. Non giochiamo con il web, non giochiamo con la violenza vera, tremenda, feroce, perchè chi l’ha vissuta sulla sua pelle ha diritto al rispetto e a non esser confuso con chi invece semplicemente ha in sè l’astio verso il genere maschile.

#quellavoltache il mio professore di latino mi sussurrò all’orecchio, minacciando di rovinare il mio bel viso, paralizzandomi con quelle parole e con quel suo modo di fare. #quellavoltache lo fece con altre mie compagne e lo fece per un anno intero. Quella volta non era per ambizione, non era per il successo, quella volta non c’era la porta della camera d’albergo da sbattere dietro di noi

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