Una vita dedicata ad un sogno, quello di vestire uomini e donne nel loro giorno più bello, ma non solo. Carlo Pignatelli, il maestro, colui che per primo ha dedicato tempo e attenzione all’abito da sposo, dandogli importanza, ricerca estetica e unicità, festeggia i suoi 40 anni di carriera.

A premiarlo ieri ci hanno pensato gli organizzatori della fiera Tutto Sposi a Napoli, che hanno consegnato il premio allo stilista, celebrando la sua creatività, il suo modo unico di vedere la moda e di interpretarla.

Sartorialità, made in Italy, ricerca nei tessuti e nei dettagli, cura nelle linee e tanto tanto altro sono i tratti distintivi di Carlo Pignatelli.

A premiarlo il direttore del settimanale “Diva e Donna” Angelo Ascoli, all’interno di un evento che ha visto la partecipazione dell’etoile Carla Fracci e di tanti altri personaggi del mondo del cinema e dello spettacolo.

Congratulazioni Maestro! Ricordo con piacere la nostra ultima intervista, pubblicata su Elle Spose.

Per chi se la fosse persa eccola qui:

Subito dopo le auto di casa Agnelli, il caffè Al Bicerin e il Museo Egizio, Torino ha un altro simbolo, un altro fiore all’occhiello, che il capoluogo piemontese vanta ben dal 1968, e cioè Carlo Pignatelli. Il “maestro”, così come lo amano chiamare i suoi collaboratori, divenuto il protagonista delle passerelle della Moda Uomo prima e poi della sposa, da quasi cinquant’anni rappresenta uno dei cuori pulsanti della città, sinonimo di Made in Italy e sartorialità.

Ed è proprio nel cuore di Torino, sotto i portici ottocenteschi di Via Cernaia, che l’atelier accoglie coppie di futuri sposi, accompagnati da parenti e amici, che arrivano da ogni parte d’Italia e d’Europa: tre piani dedicati all’abito da sposa e da sposo, oltre che una sezione importante destinata agli abiti da sera e da cerimonia.

In ogni angolo del grande negozio si respirano il carisma e il carattere forte e deciso dell’uomo che ha avuto per primo il coraggio e l’intuito di vestire lo sposo, tirandolo fuori da quel ruolo di semplice “accompagnatore” della sposa all’altare, e regalandogli un allure e una “presenza scenica” incredibili.

Qui il sabato si ritrovano torinesi e non solo, addirittura francesi e tedeschi, che vogliono vivere il sogno firmato Carlo Pignatelli, toccarlo con mano per rendere il giorno del sì un’esperienza unica. Ogni camerino vive le emozioni, le gioie e i timori della futura sposa, i suoi battiti del cuore nel vedersi riflessa allo specchio con indosso quell’abito sognato sin dalla tenera età, e nei salottini padri, madri e non solo vivono in prima persona questo turbinio di sensazioni, non tirandosi mai indietro dal dire la loro, ma lasciando spazio alla commozione e alla felicità di quel momento.

Lo staff dell’atelier li accompagna per mano in questa scelta importante, consigliando e suggerendo, sempre con l’intento di soddisfare appieno i desideri del cliente.

Se invece a far capolino nel grande show room è il maestro in persona allora tutta l’attenzione è su di lui: le spose lo fermano per chiedergli un parere, gli uomini escono dai camerini intimiditi ma allo stesso tempo orgogliosi di indossare una creazione dello stilista e si fanno controllare da capo a piede dall’occhio attento di chi conosce il materiale, le forme, le linee più di chiunque altro.

Tessuti importanti, damascati, dettagli preziosi e tonalità inedite sono il tratto distintivo dell’uomo Pignatelli, uno sposo che si piace, che ama osare e stupire. Per la donna invece tanta femminilità, applicazione di fiori realizzati a mano per modelli che vanno da quelli sinuosi per la donna che vuole osare a quelli da vera e propria principessa con strati di tulle ed organza.

Mi emoziono spesso nel vedere le mie spose, addirittura anche a parlarne” confida con voce commossa Carlo Pignatelli, aggiungendo, “Quella che porto nel cuore è però sempre Alessia Mancini”. Sanguigno e verace come la sua terra d’origine, la Puglia, nonostante il passare degli anni e i molteplici successi ottenuti, la sua passione, il suo coinvolgimento e il suo trasporto sono sempre gli stessi.

Ciò che è fondamentale nel mio lavoro è intuire ciò che la persona che mi trovo di fronte desidera. Devo dire che da sempre è una cosa che mi viene facile. E’ importante però, per far questo, che la sposa o lo sposo si affidino a me, alla mia creatività.

Addirittura c’è stata una volta in cui non gli è servito neanche vedere di persona la sposa per capirne i desideri e i gusti.

Si trattava della moglie di un famoso calciatore, che viveva a Parigi, e mi era stato detto che aveva girato tantissimi atelier senza trovare l’abito dei suoi desideri. Allora decisi di partire personalmente e mi portai dietro tre vestiti. Quando arrivai là, la magia venne da sé”.

Lui, che ha vestito in questi anni attori, showgirl, calciatori, ciò nonostante non si sente mai arrivato e mostra tutta la sua passione per un lavoro che ama con tutto se stesso: “è necessario avere una profonda conoscenza psicologica delle donne che vanno all’altare, così come degli uomini, per entrare nella loro testa. Per me realizzare un abito è entrare dentro la storia personale di chi mi sta di fronte, facendomi coinvolgere dalle emozioni e dalle sensazioni.

Ma in tanti anni di lavoro come sono cambiate le spose? “Sono molto più informate e arrivano con un budget ben preciso. Sono più moderne, osano di più con trasparenze e linee seducenti. C’è sicuramente meno la preoccupazione per il prete, rispetto al passato. Direi che ormai per loro, il matrimonio rappresenta un po’ il red carpet, l’occasione per mettersi in mostra e tirar fuori tutta la loro femminilità”.

Meno romanticismo quindi? “Sì assolutamente; infatti sono in tante a non volere il velo. Ad essere cambiato è proprio il sogno, perché il matrimonio ormai è più una tappa, il tassello di un progetto di vita.”

Mentre racconta delle sue spose lo sguardo è sempre attento e rivolto alle sue sarte che stanno cucendo. “E’ una stagione ricca di bei matrimoni e per me è molto stimolante. In questi giorni mi sto immaginando l’abito da sposa di Cristel Carrisi, la figlia di Al Bano, che si sposerà il 3 settembre. Per me è come una figlia e ogni giorno le mando sul telefono uno schizzo nuovo. So che sarà un abito unico, come del resto quel giorno a Cellino San Marco”. Un altro sogno che diverrà realtà grazie a Carlo Pignatelli, un’altra emozione da vivere ad un passo dall’altare.

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